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Comune di Castelforte
Castelforte: informazioni turistiche
Il Comune di Castelforte si erge sulle colline dei Monti Aurunci di fronte alla piana del Garigliano. E' proprio il fiume Garigliano che segna il confine tra Castelforte e Sessa Aurunca dividendo così anche le province Latina e Caserta e le regioni Lazio e Campania. Ultimo centro aurunco situato su un piccolo colle che domina la pianura del Garigliano, condivide con Minturno il confine tra Lazio e Campania.
Castelforte è un paese dalla storia molto antica anche se attualmente si presenta con evidenti tracce di distruzioni dovute all'ultima guerra. Forse sorse a difesa del retroterra od anche come rifugio degli abitanti dei centri costieri, in posizione tale da dominare la piana del Garigliano. Ha molti resti dell'epoca medievale con le porta, il muro di cinta, la Torre Civica e la Chiesa di San Giovanni Battista. Non si hanno notizie esatte sulla fondazione di Castelforte.
Le origini di Castelforte risalgono i a prima del 1000. Non è azzardata l'ipotesi che i primi insediamenti avvennero tra l'881 ed il 915, allorché per sfuggire ai saraceni che si erano stabiliti nella pianura del Garigliano ed in riva destra del fiume con un campo trincerato, base delle loro scorrerie, la gente che vi abitava si rifugiò in collina. Il toponimo è di chiara etimologia ed è composto dal sostantivo 'castello' e dall'aggettivo 'forte', in riferimento alla posizione arroccata e inespugnabile dell'abitato. Del luogo, già noto ai romani per la presenza di diverse sorgenti termali, si hanno le prime notizie certe a partire dal XIII secolo, quando viene citato nelle fonti come possedimento dei conti Dell'Aquila, signori di Fondi e di Traetto. Le sue origini sono precedenti a quelle di Roma, ma l'attuale nucleo urbano è di chiara impronta medievale. Appartenne ai Caetani, che costruirono il castrum forte per garantirsi il controllo dei traffici sulla valle del Garigliano. Fu in seguito dominio della famiglia Caetani e dei Colonna; quindi seguì le sorti di Traetto (Minturno) fino agli ultimi feudatari, i duchi Carafa di Stigliano (1590) e Carafa della Spina (1690).
All'epoca delle guerre napoleoniche (1798-1799) subì l'assalto delle truppe franco-polacche del generale Dombrowski. Tra il 1943 e il 1944 è stata rasa al suolo nel corso dei combattimenti tra tedeschi e alleati lungo la vicina linea Gustav, subendo diverse perdite tra la popolazione civile.
Conserva il nucleo medievale, comprendente una torre restaurata e parti della cinta muraria.Il periodo più drammatico della vita di Castelforte si identifica con quello della II Guerra Mondiale, quando si trovò ad essere uno dei centri maggiormente colpiti nel corso della battaglia per lo sfondamento della Linea Gustav. Nel 1943-44, durante la risalita delle truppe alleate verso Roma, per oltre nove mesi, Castelforte fu sottoposto ad incessanti bombardamenti da parte degli Alleati per contrastare i tedeschi. Centinaia di castelfortesi sono morti per i bombardamenti, le mine e gli scoppi dei residuati bellici; molti non sono sopravvissuti alle vessazioni o sono stati trucidati dagli occupanti tedeschi. Castelforte, cittadina di origine medievale, conserva ancora quasi intatte le Porte di accesso, vari torrioni e il Mastio in cima al centro storico, che fortunatamente hanno resistito negli anni fino all'ultimo bombardamento quando Castelforte, essendo caposaldo della linea di difesa germanica (cosiddetta linea Gustav), venne quasi completamente distrutto.
Tre Chiese di epoche diverse arricchiscono Castelforte di storia e spiritualità: la Chiesa di S. Rocco, la Chiesa dell'Annunziata e la Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista. Molto caratteristico è anche il Palazzo Comunale costruito nei primi anni 20.
Castelforte ha l'impostazione urbana di una pizza d'armi, come può rilevarsi dalla cinta muraria munita di torrioni circolari, dalla porta di accesso e dal maschio imponente, punto di avvistamento e di comunicazione con le altre fortificazioni della zona. Sulle sponde del Garigliano si trova l'importante stazione termale di Suio, località già nota ai tempi dei Romani per la bontà delle sue acque curative chiamate vescine.
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