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Comune di Campodimele
Campodimele: informazioni turistiche
Paesino posto su di un colle conico all'altezza di 647 m., è compreso in una cerchia di monti nei pressi del punto di contatto tra la catena Ausona e Aurunca, Campodimele.
Il centro è a forma piramidale, con raccordi interni affidati a piccole scalinate che conservano ancora integra la suggestione del passato. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), è un composto di 'campo' e della voce laziale 'melo', che sta per 'meleto', forse accostata successivamente alla parola 'miele' –anticamente, infatti, sul luogo si produceva miele in abbondanza–. E' situato in una posizione strategica e centrale rispetto a Roma e Napoli ed ha una distanza di circa 25 Km dalla Riviera di Ulisse, tratto di costa del Lazio Meridionale che ricade nella Provincia di Latina. Il suo centro principale è il Golfo di Gaeta. L'origine dell'abitato viene attribuita ai superstiti dell'antica città latina di Apiola, ricordata da Plinio il Vecchio (Nat. Hist. III, 5) e Tito Livio (1, 5) come conquistata e distrutta nel VI secolo a.C. da Tarquinio Prisco, quinto re di Roma, nel corso delle guerre per la supremazia nel Lazio. Il nome di Apiola, etimologicamente derivato da 'api', sarebbe stato trasformato in Campus Mellis, ovvero 'Campo di Miele'.
Le prime notizie certe sull'abitato si hanno a partire dalla seconda metà del secolo XI, quando esso viene citato nel testamento del duca Littefredo, signore di Fondi, di cui seguì lungamente le vicissitudini.
A partire dal 916, Campodimele fu oggetto di contesa per il possedimento di terre sul confine tra il ducato di Gaeta, che aveva incorporato dall'876 i feudi di Fondi e Traetto (l'odierna Minturno), ed il monastero di Montecassino. Nel 1384 passò alla famiglia Caetani e Onorato I assunse l'amministrazione per conto di Luigi II d'Angiò. Il paese fu compreso nel territorio 'della Campagna, della Marittima delle Terre di Lavoro'. Vi si rifugiò, nella notte fra il 5 e il 6 agosto del 1534, la bellissima Giulia Gonzaga, vedova di Vespasiano Colonna, per sfuggire al corsaro Kaireddin Barbarossa, che voleva rapirla per donarla al suo sultano, Solimano II il Magnifico.
In seguito all'abolizione nel 1806 del sistema feudale, Campodimele fu inserita nel nuovo ordinamento comunale. Durante l'epoca borbonica, Ferdinando II usava sostarvi per visitare i vicini santuari della Madonna della Civita (Itri), di Sant'Onofrio e di San Michele Arcangelo. Il re si occupò del miglioramento dei collegamenti stradali tra i comuni di Itri e Campodimele, Pico ed altri, e della costruzione di nuove chiese, venendo personalmente ad inaugurare i lavori. Caduto il regno delle Due Sicilie e realizzata l'unità nazionale Campodimele, riconfermato comune autonomo, fece parte del mandamento di Fondi, del circondario di Gaeta e della provincia di Terra di Lavoro, con capoluogo Capua prima e Caserta dopo.
Nel 1927, entrò a far parte della provincia di Roma sino al 1934, anno in cui fu istituita l'attuale provincia di Latina. Tra i monumenti e le cose notevoli sono da ricordare: la chiesa di S.Michele Arcangelo; la cinta di mura con dodici torri cilindriche restaurate in epoca recente e le mura di collegamento che racchiudono il compatto tessuto urbano; un teatro a cavea ricavato dalla diversa pendenza del terreno; il restaurato convento di S.Onofrio, situato sul M.Croce, a circa 3 km. dall'abitato; il Monte Faggeto che offre la possibilità di effettuare escursioni nei boschi dalla vegetazione lussureggiante, in un'area dove sgorga una sorgiva di acqua oligominerale che prende il nome dallo stesso monte (acqua faggetina).
Il borgo si presenta nel suo insieme con una struttura architettonica a forma circolare omogenea e compatta, dominato dal campanile della Chiesa Parrocchiale. Le abitazioni si assestano intorno alla viabilità interna degradando verso il basso a forma di cono dove la cinta muraria né costituisce la base.
La Cinta Muraria con dodici torri annesse a proprietà private, è sorta con la costruzione delle prime abitazioni che ne determinano una peculiarità di notevole valore storico monumentale. In Piazza del Municipio si può ammirare 'l'albero della libertà', qui piantato per commemorare la Rivoluzione Francese in occasione del suo primo centenario. Numerose manifestazioni hanno luogo nell'ambito dell'Estate Campomelana. Tra i piatti tipici, la 'laina e fagioli', le lumache ed il caprettone.
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Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diCampodimele
Hotel nel Comune di Campodimele Tot: (1) -
Ristoranti nel Comune di Campodimele Tot: (1) -
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di Campodimele
Campodimele (Comune) -
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