Priverno : ABBAZIA DI FOSSANOVA (Priverno). Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare in Provincia di Latina.

LA STORIA: Il complesso abbaziale di Fossanova è situato nel borgo omonimo, in comune di Priverno, e si svolge attorno all'edificio sacro e ad una serie di altri corpi di fabbrica. La tradizione vuole che sul luogo esistesse un monastero benedettino, insediato fin dal VIII-IX secolo, e Gregorio IV, che fu papa dall'827 all'844, vi fu monaco. L'odierna abbazia non ha un progettista o, per meglio dire, il progetto nasce da quella scuola di sacralità e di tecnica. formatasi in Francia con il movimento benedettino, che ebbe i suoi massimi esponenti in Odone di Cluny, Roberto di Champagne abate di Molesme (rifondò a Cistercium, oggi Citeaux, la Regola) e Bernardo Clairvaux, e che conobbe momenti di gloria e appannamenti.
Il 21 marzo 547 San Benedetto da Norcia moriva lasciando in eredità la sua poderosa costruzione di fede, fatta di preghiera comunitaria, canto corale - quel cantus planus che Gregorio I consegnò alla chiesa d'Occidente con il proprio nome di canto gregoriano - e grande operosità. Quest'ultima doveva garantirne l'autonomia del convento da dipendenze esterne: la regola dell'Ora et labora sintetizzava fede e attività. La rinascita del movimento benedettino di Francia fu suscitata da Odone,. ma conobbe una nuova flessione nell'XI secolo. Anche da questa crisi, però, scaturì nuova linfa, grazie a Roberto di Molesme (Borgogna), che esportò in Italia, e nel Lazio in particolare, la presenza cistercense, centrandola su Fossanova. Questo luogo ricordava il sito di Citeaux (Cistercium): per la lontananza dai centri abitati e per la collocazione in una zona impaludata.
A Fossanova i cistercensi attuarono il loro modello architettonico: esso era anche funzionale alla religiosità da praticare. Ma la località era uno dei luoghi della Maremma pontina nei quali da sette secoli si piangeva povertà e desolazione a causa della palude. E i monaci iniziarono un'opera di bonifica: il nome di Fossanova nasce, da com'è agevole intendere, da un "fosso nuovo" che i monaci cistercensi scavarono per far defluire le acqua e per avviare e sostenere la "grangia" che avrebbe loro fornito di che vivere.
La riforma cistercense raggiunse Fossanova nel 1135, qualche anno prima delle grandi costruzioni in Lombardia, per volontà di Innocenzo II. Nel 1153 Bernardo di Clairvaux legò per affiliazione la comunità monastica pontina all'abbazia savoiarda di Hautecombe. La contiguità spirituale tra Fossanova e la Francia fu confermata dal fatto che Gerardo, che fu il primo abate di Fossanova, assunse nel 1170 la responsabilità di abate di Clairvaux. L'intero complesso abbaziale oggi esistente è, dunque, opera dei monaci cistercensi. La chiesa fu consacrata da papa Innocenzo III il 10 giugno 1208, ed ebbe una vita abbastanza vivace per diversi decenni. Poi iniziò una lenta decadenza, che toccò l'apice quando, nel secolo XV, venne istituita la commenda, che portò al progressivo appannamento dell'originario spirito conventuale. Gli abati commendatari provvidero ad eseguire solo qualche restauro o piccola manutenzione all'edificio, sul quale il tempo cominciava a far sentire il proprio peso. Nel periodo napoleonico, prima, e in quello post-unitario, dopo, il complesso monastico venne confiscato e finì per patire diversi danni. Ciononostante, l'insieme degli edifici è giunto fino ai nostri tempi in buone condizioni. Nel 1874 è stato dichiarato monumento nazionale.

L'EDIFICIO
La chiesa si presenta con solenne semplicità ed altrettanta eleganza di forme, sottolineata nella facciata in pietra locale dall'apertura con grande arco acuto a strombo e dall'elegante rosone, che disegna giochi di luce di grande suggestione in alcune ora del giorno. La facciata è stata restaurata alla fine degli anni Novanta del XX secolo. L'interno si svolge nella grande navata centrale, segnata da possenti pilastri e dalle nervature, e da due piccole navate laterali. Sulle pareti resti di intonaci e affreschi.
Con l'abbazia fanno corpo: il chiostro, delineato da una duplice serie di colonnine marmoree binate, l'una diversa dall'altra; la splendida sala capitolare, arricchita da pilastri e nervature (all'interno della sala, a destra di chi entra, alla base di uno dei pilastri è scolpito un nodo di Salomone, o nodo templare); il refettorio, di recente scavato per evidenziarne le fondamenta antiche, e restaurato negli anni Novanta del Novecento.
Nell'abbazia morì il 7 marzo 1274 San Tommaso d'Aquino che, durante un viaggio di trasferimento a Lione, fu colto da malattia (alcuni dicono a seguito di una caduta dalla cavalcatura, altri dicono, forse, avvelenato): nel chiostro si conserva una pietra che reca due impronte ritenute le orme che l'asino del santo lasciò al momento del trapasso del padrone.
Ai monaci cistercensi che governavano il complesso, sono succeduti, dopo altri religiosi, i frati minori conventuali, che ebbero affidata l'abbazia e la parrocchia da monsignor Pio Leonardo Navarra, vescovo di Terracina, Priverno e Sezze. In una cappella della chiesa abbaziale si conservano tre affreschi staccati del sec. XIV; è sempre del sec. XIV una Madonna con Bambino proveniente da un oratorio annesso all'abbazia. Interessante è la stanza del transito di San Tommaso d'Aquino, nella foresteria del complesso abbaziale: la sua trasformazione in cappella è opera dell'abate commendatario cardinale Francesco Barberini, che la dotò di un bassorilievo marmoreo di scuola berniniana. L'abbazia sorge all'interno del suggestivo borgo medievale di Fossanova, nel quale sono da visitare anche le vecchie stalle, che ospitano il Museo Medioevale, e la ex infermiera, divenuta sala per concerti e convegni
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